I probiotici

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Con finalità contrapposte a quelle degli antibiotici, i probiotici (dal greco probios, “per la vita”) hanno trovato applicazione tanto in zootecnia quanto nelle scienze alimentari sotto forma di capsule, sciroppi e polveri. In estrema sintesi, si possono definire probiotici, i microorganismi vivi che, somministrati in dosi adeguate, conferiscono benefici all’organismo ospite. Benefici sui quali, ancora oggi, sostenitori e detrattori dibattono, supportando o confutando i principi nati all’inizio del 1900 con Élie Metchnikoff, considerato il padre della probiotica.

Scienza a supporto o no, di fatto, il mercato globale dei probiotici cresce. Diverse ricerche di mercato, anche se non univocamente, concordano nel proiettare il valore globale del mercato dei probiotici intorno ai 60 miliardi di dollari entro il 2024. Tra i probiotici più comunemente consumati troviamo i generi Lactobacillus, Bifidobacterium, Lactococcus e Streptococcus. Saccharomyces e forme non patogeniche di Bacillus ed E. Coli sono invece molto meno utilizzate. Sono invece considerati veri e propri alimenti probiotici alcuni latti fermentati e yogurt che da millenni vengono consumati tradizionalmente in diverse aree dell’Asia e nella Penisola Balcanica.

Pur essendoci evidenze che l’utilizzo di probiotici siano efficaci nel trattamento di alcuni disturbi gastrointestinali di lieve-media entità, sulla loro necessità di assunzione ed innocuità generalizzata, molte ricerche sono in corso ed ulteriori evidenze necessarie.

In generale possiamo dire però che, i microorganismi destinati ad essere impiegati come probiotici, devono possedere alcune caratteristiche essenziali quali:

  • non patogenicità (sicurezza per l’utilizzatore intesa come assenza di rischio anche nelle persone immunodepresse)
  • resistenza alla bile e all’ambiente acido del tratto gastro-intestinale
  • capacità di colonizzare l’intestino e aderire all’epitelio intestinale
  • attività inibitrice nei confronti dei batteri patogeni (attività anti-microbica con produzione di batteriocine e/o metaboliti attivi quali l’acido lattico)
  • rimanere attivi nelle normali condizioni di conservazione o comunque esserlo al momento del loro utilizzo

Evidentemente, queste peculiarità da sole non valgono sempre. Infatti, diversi claims proposti, purtroppo, sono stati rifiutati (vedi Regolamento (UE)651/2019, Regolamento (UE) 1411/2016, Regolamento (UE) 1154/2014, Regolamento (UE) 379/2012) e diversi altri dovranno essere valutati.

L’interesse per i probiotici, mai come negli ultimi anni, si dimostra essere comunque molto alto e in un prossimo futuro, complice la continua ricerca nello sviluppo di cibi funzionali e alimenti medicati, potrebbe aprire diverse e nuove opportunità nell’ambito delle scienze e tecnologie alimentari applicate nutrizione clinica.

La bibliografia che segue può essere un utile punto di partenza per approfondire l’argomento.

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